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«L'essenza del libro di Spiga, Masala e Cherchi sta nella proposta concreta di costruire un nuovo paradigma culturale che liberi gli esseri umani dal ruolo di meri strumenti della crescita economica, riportando il fine delle loro attività economiche e produttive al miglioramento della qualità della vita. [...] Occorre ricostruire legami comunitari basati sulla collaborazione e la solidarietà e sul dono reciproco del tempo. [...] Rompere il tabù che si fa tutto per i soldi in un sistema in cui tutti fanno tutto per i soldi, è la più grande, coraggiosa e profetica eresia! [...] Il loro riferimento alla civiltà del popolo sardo scaturisce semplicemente dal fatto che quella è la civiltà originaria in cui si sono formati i loro antenati e in cui loro stessi sono cresciuti quando non era stata ancora stravolta dalla volontà e dalla potenza omologatrice del modo di produzione industriale? [...] Insomma si tratta solo di un rimpianto del passato? [...] Nulla di tutto questo ho letto nelle loro parole! Bensì la lucida consapevolezza che quella civiltà era culturalmente incompatibile con la presente e proprio per questo è in grado oggi di rappresentare una prospettiva futura radicalmente alternativa. Un paradigma nuovo, proprio perché si nutre del passato.» (dalla prefazione di Maurizio Pallante).